Calopsitta, il pappagallino più amato

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Calopsitta

Calopsitta

Le Calopsitte (Nymphicus hollandicus) appartengono alla famiglia degli psittacidi, l’unica compresa nell’ordine degli psittaciformi. Questa famiglia, molto omogenea e di origini antichissime che risalgono al miocene inferiore si distingue all’interno della vasta classe degli uccelli per caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali, come gli arti zigodattili (le zampe corte hanno due dita rivolte in avanti e due indietro, sono molto prensili e vengono utilizzate con facilità per arrampicarsi e per portare il cibo al becco) e la capacità di imitare suoni e di imitare la voce umana (dovuta alla loro abilità a utilizzare il siringe, un organo localizzato alla base del collo dove la trachea si divide nei due bronchi principali, nel sacco aereo interclavicolare).

E’ tra i pappagallini più amati ed allevati, grazie alla sua facilità di adattamento alla vita in cattività: per questo è l’ideale per i principianti; è intelligente, curioso e ad alcuni soggetti si può insegnare qualche piccolo esercizio di abilità o a ripetere qualche suono o parola. Una volta presa confidenza con l’uomo, desidera partecipare alla vita quotidiana, magari mangiando a tavola assieme. E’ una buona cosa fornire la gabbia di rami freschi. Adora inoltre bagnarsi d’estate o essere spruzzato.

L’eucalipto è la pianta preferita per la costruzione del nido (muschio, fieno, rami freschi, foglie, …), all’interno del quale la femmina depone 6-7 uova che cova per 21-23 giorni con il sostegno del maschio. I pullus lasciano il nido a 5 settimane d’età. I maschi presentano la tipica macchia rossa a 6 mesi d’età mentre la bandatura delle timoniere permane fino alla prima muta completa.

È il più piccolo pappagallo tra i cacatua, molto comune sia in natura che in cattività, ed è diffuso in tutta l’Australia, a eccezione delle regioni della costa, soprattutto nelle praterie dell’interno; ha abitudini terricole, di solito si possono osservare grandi stormi sul terreno alla ricerca di semi, erbe, frutti e bacche, suoi alimenti prediletti.

Per quanto riguarda le caratteristiche più evidenti in salute, un pappagallo sano deve avere un ottimo piumaggio, senza penne imbrattate o spezzate e becco regolare. Entrambi gli occhi devono essere aperti e ben puliti; deve avere la capacità di estendere e chiudere perfettamente le ali e non presentare segni di ferite o beccate; gli arti non devono presentare lesioni e lo sterno, indice dello stato di nutrizione, non deve essere prominente. Il colore generale è grigio, il maschio ha la testa gialla e una macchia rossa a livello delle guance. Nella femmina la macchia rossa è meno evidente, la testa è grigia e le timoniere sono barrate di grigio e hanno un bordo esterno giallo.

La sua alimentazione è composta prevalentemente da semi, frutta, verdura, bacche: al Calopsitta si possono dare tutti i tipi di frutta, preferibilmente frutti di stagione (pesche, mele, pere, mango, banana, kiwi, albicocche, arance, mandarini, ecc.). Le banane sono molto gradite; il melone e la papaia sono particolarmente indicati, in quanto ricchi di vitamina A e C. E’ consigliabile inoltre somministrare la frutta al mattino; tuttavia, bisogna prestare attenzione soprattutto a non eccedere con i semi di girasole. (F.M.)