randagismo-1Il fenomeno del randagismo al sud è una piaga ed un’ emergenza sociale che per essere debellata necessita di interventi straordinari per i quali non bastano nè i fondi messi a disposizione dal governo, nè la buona volontà di centinaia di volontari che si prodigano per arginare questo fenomeno, nè i pochi medici veterinari della sanità veterinaria pubblica e delle associazioni che si danno da fare per eseguire il maggior numero possibile di sterilizzazioni.

Del resto basta scorrere i numeri del fenomeno randagismo per rendersi conto che con i mezzi ordinari non sarà mai possibile risolverlo del tutto. 600.000 cani vaganti concentrati nelle regioni del centro-sud con punte impressionanti in Puglia, Calabria, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

84 canili-lager denunciati alle forze dell’ordine per infiltrazioni della malavita organizzata, decine di denunce di volontari ed associazioni contro il traffico dei cani che prelevati dalle strade del sud in maniera incontrollata vengono spediti in Svizzera e Germania, a volte destinati ai laboratori di vivisezione con la compiacenza di canili del nord nei quali i cani vengono smistati e microchippati, intestandoli a nominativi fittizi, combattimenti clandestini e qualunque altra attività che permette alle ecomafie di prosperare e fare soldi sulla pelle dei cani randagi. Da questa situazione non si esce se non con un piano straordinario di intervento di sterilizzazione e microchippatura dei cani randagi, e per eseguire questo piano in tempi certi e con modalità sicure AIDAA chiede che venga organizzata una vera e propria task-force a capo della quale ci siano i veterinari della sanità militare coadiuvati dai vertici veterinari della sanità pubblica delle singole regioni e da volontari scelti tra le maggiori associazioni presenti sul territorio. Il fenomeno del randagismo specialmente al sud è una piaga sociale che spesso ha ripercussioni di vario genere che vanno dall’uccisione di centinaia di cani attraverso l’uso del veleno fino alle aggressioni dei branchi di cani randagi nei confronti dei bambini e dei turisti con gli esiti catastrofici che tutti conosciamo.

Per combattere una piaga sociale di cosi grande entità occorre un intervento straordinario. E chi in Italia se non l’esercito è in grado di mettere in moto una macchina cosi imponente in tempi rapidi?

“Inutile girare intorno al problema. La questione del randagismo al sud si deve affrontare per gradi ma in maniera decisa e radicale – ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA –. Il primo intervento deve prevedere la cattura, la sterilizzazione e la chippatura dei cani randagi che poi potranno essere rimessi in libertà sul territorio per fare questa operazione occorre un’organizzazione vasta e specifica da qui la nostra richiesta di un intervento straordinario della sanità veterinaria militare e dell’esercito che insieme ai veterinari pubblici e alle associazioni abbiano il compito di provvedere a poche e semplici operazioni di chippatura e sterilizzazione dei randagi. Per quanto riguarda la cattura invece – ci dice Croce – l’operazione deve essere affidata a gruppi congiunti di esercito e volontari che compiano azioni coordinate di cattura non cruenta degli animali da destinare alla sterilizzazione.

Noi come AIDAA siamo pronti a mettere a disposizione da subito oltre 500 volontari con esperienza diretta nella cattura dei cani. Lo so è un’operazione che può apparire difficile – conclude Croce – ma se vogliamo ridurre la piaga del randagismo dobbiamo intervenire con mezzi straordinari ed efficienti e la sanità veterinaria militare è a nostro avviso in possesso di tutte queste qualità”.