Docile e propenso al contatto umano, ma più vivace degli esemplari di altre razze, il criceto Campbell (Phodopus Campbelli) è una specie diffusa in Italia da tempi relativamente brevi, anche esiste come animale domestico da una trentina d’anni. Spesso scambiato per un criceto Winter White (per sapere chi è, potete leggere il nostro articolo cliccando qui: https://www.petpassion.tv/blog/area/?p=2867 ), il Campbell viene chiamato anche Criceto Dzungarian oppure Criceto dalle zampe pelose.
Oggi è il più comune fra i criceti di piccola taglia e, solitamente, il più facilmente reperibile nei negozi di animali, ma è un animale originario delle steppe russe e siberiane, delle Mongolia e della Cina del Nord, e il suo nome deriva da W.C. Campbell, colui che, per la prima volta, ne catturò un esemplare a Tuva (Mongolia) nel 1902.
La taglia (fra i 9 ed i 12 centimetri, per un peso che varia dai 20 ai 28 grammi) e il colore del mantello sono simili a quelli del criceto cinese (https://www.petpassion.tv/blog/area/?p=2800), anche se, rispetto a quest’ultimo, ha una coda più corta, a ponpon e ricoperta di pelliccia, e il suo mantello è molto più morbido e folto.
Un’altra peculiarità di questa razza (comune al winter white) è la presenza di una sola ghiandola ventrale che si trova sull’addome (i criceti dorati, ad esempio, ne hanno due. Per saperne di più su di loro: https://www.petpassion.tv/blog/area/?p=1762 ). Si trova all’altezza dell’ombelico e spesso si presenta come una crosticina in rilievo che preoccupa i proprietari inesperti. Nulla di più naturale, invece, utile al criceto per marcare il territorio e indispensabile richiamo sessuale.
Se è vero che questi adorabili roditori sopportan bene le basse temperature, è assolutamente falso che si possano tenere all’aperto durante l’inverno. In questa stagione, infatti, quando la temperatura scende sotto gli otto gradi, i criceti andrebbero naturalmente in letargo, ma non prima di una lunga e complessa preparazione che prevede, tra le altre cose, una dieta speciale e la sistemazione della tana sotto terra. Mettere la gabbietta del proprio criceto, nato e cresciuto in cattività, sul balcone in dicembre, significa condannarlo a morire di freddo, così come morirebbe di caldo se esposto a temperature superiori ai 38 gradi (la temperatura ideale della zona in cui vanno posizionati dovrebbe essere sempre compresa fra i 18 e i 21 gradi centigradi).
Come gli altri criceti domestici, anche i Campbell hanno una vita media di circa due anni, anche se in alcuni casi possono vivere fino a quattro. (B.P.)