Pesci affascinanti, dai colori suggestivi, i pagliaccio sono forse i pesci marini tropicali più famosi del mondo. Grazie alla loro straordinaria bellezza, certo, ma soprattutto per essere stati i protagonisti del film di animazione Disney “Alla ricerca di Nemo”. Ma chi sono davvero, e dove vivono?

Innanzi tutto i pesci pagliaccio (Amphiprion ocellaris ) sono Percoidei, appartenenti alla famiglia dei Pomacentridi. Allo stato naturale vivono nella vasta area denominata Indo-Pacifica (a eccezione delle coste africane), nel Mar Cinese e nell’Arcipelago Indo-Australiano: popolano le acque territoriali di Sri Lanka, Maldive, India, Malacca, Sumatra, Giava, Filippine, Australia, Giappone, Cina, mentre l’ Amphiprion bicinctus, dalle tonalità più gialle che arancioni, vive nel Mar Rosso.

Questi pesci entrano in rapporto simbiotico con gli anemoni marini, e per avvistarli, è loro che bisogna cercare: solitamente frequentano le zone caratterizzate dalla barriera corallina o lagune in cui la presenza dei coralli è limitata a formazioni solitarie, sotto le quali loro soggiornano. Per i pesci pagliaccio gli anemoni non sono pericolosi: a differenza degli altri animali marini, infatti, riescono a penetrare nelle loro maglie tentacolari assorbendone parti di mucosa fino a rendendosi immuni all’azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli.
Ne scaturisce, così, una rapporto di reciproca convenienza, mediante il quale L’Amphiprion giace entro il “guscio” tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l’ospite preservandone l’incolumità messa a repentaglio da altre specie, come i crostacei parassitari di cui si nutre.

Tra tutti i pesci tropicali, dall’uscita del film Disney il pesce pagliaccio è stato in assoluto il più richiesto dagli amanti degli acquari di tutto il mondo. Tanto che adesso i naturalisti lanciano l’allarme: il pesce pagliaccio rischia di scomparire dai mari, sta diventando una specie in via di estinzione.
Il monito proviene dal biologo marino britannico, Billy Sinclair, docente alla University of Cumbria, che ha trascorso gli ultimi cinque anni a studiare i pesci pagliaccio delle barriere coralline australiane. Ha scoperto così che in alcune aree il numero di esemplari di questa specie è calato del 75 per cento. “Per essere salvato dall’estinzione – afferma lo scienziato – dovrebbe essere immediatamente classificato come specie a rischio”.

Naturalmente non tutti i pesci pagliaccio che finiscono negli acquari provengono dalla barriera corallina australiana o da qualche altro mare tropicale: in Gran Bretagna, per esempio, secondo dati citati dallo stesso Sinclair, ogni anno vengono importati circa 110 mila pesci pagliaccio, il 50 per cento dei quali viene allevato in cattività, ovvero di fatto nasce già in un acquario. Ma la restante metà viene da un mare o da un oceano. Ed è comunque abbastanza per minacciare la sopravvivenza di questa specie. (B.P.)