pastore tedesco

Un amico a quattro zampe, di cui non sappiamo né il nome né la razza, resta nella storia del blitz che ha segnato la fine del leader di Al Qaeda. Le autorità americane hanno preferito mantenere il riserbo anche sulla sua identità. Si sa soltanto che potrebbe essere un pastore tedesco o un belgian malinois e che potrebbe essere stato utilizzato per aprire la strada ai soldati, verificando la presenza di esplosivi interrati o applicati a porte e maniglie in meccanismi trappola.
Il New York Times ha scritto una articolo dal titolo: “A Bin Laden Hunter on Four Legs” parlando nello specifico del cane dei Navy Seals che ha preso parte alla missione, ma soffermandosi sull’importanza che ha sempre avuto il cane nelle azioni militari della storia. Basti ricordare che già durante la prima guerra mondiale il cane veniva mandato in avanscoperta per segnalare la presenza di eventuali truppe nemiche.
Il New York Times ricorda che sono circa 600 i cani che affiancano le truppe statunitensi impegnate in Afghanistan e in Iraq. Dietro la preparazione di un cane-soldato c’è un grande lavoro di addestramento che alla fine però dà i suoi frutti.
Il generale David H.Petraeus, commander of United States forces in Afghanistan, ha dichiarato che le forze militari avevano bisogno di più cani specificando che “le capacità che offro non posso essere replicate dagli uomini o dalle macchine”. Maj. William Roberts, comandante del Defense Department’s Military Working Dog Center a Lackland Air Force Base in Texas, ha detto che i cani sono capaci di scovare esplosivi e anche capire se una porta si nasconde una trappola. Considerando poi che Saddam Hussein era nascosto in buco sotto una capanna in Iraq, i Navy Seals potrebbero aver usato i cani per cercare eventuali stanze segrete nel nascondiglio di Bin Laden. Ma più che durante gli scontri, i cani soldato sono utili in funzione di prevenzione di attentati: il loro fiuto rileva gli esplosivi in maniera più efficace di un detector elettronico di sostanze chimiche e mettendo in allerta i soldati impegnati in una perlustrazione evita che gli stessi finiscano inavvertitamente su una mina anti-uomo o che saltino per aria in uno dei cosiddetti esplosivi improvvisati, i cosiddetti Ied (improvised explosive devices), gli stessi che sono stati utilizzati negli attentati contro i blindati “Lince” italiani di cui abbiamo tutti triste memoria.
Alcune razze si prestano poi ad essere utilizzate anche in vere e proprie azioni di caccia all’uomo, quando è necessario fermare qualcuno senza necessariamente ingaggiare uno scontro a fuoco: addestrati a bloccare e immobilizzare un fuggitivo con un morso, consentono in molti casi di evitare spargimenti di sangue. Nell’area mediorientale i cani non sono considerati animali d’affezione come nei Paesi occidentali e, di conseguenza, sono visti più come una minaccia che come oggetto di attenzione. Il loro utilizzo nei pattugliamenti per le strade, dove i militari sono a contatto diretto con la popolazione, ha dunque anche una funzione di deterrente psicologico.
Anche i soldati a quattro zampe sono ormai dotati delle più sofisticate attrezzature: quelli nei Navy Seals hanno a disposizione anche delle speciali tute impermeabili dotate di webcam e altoparlante, che consente agli animali di andare in missione e di essere in costante contatto con i loro conduttori. I quali attraverso la webcam possono avere la stessa visuale degli animali e con il microfono a distanza impartire i necessari comandi. Insomma, sono elementi ormai insostituibili nel più moderno e tecnologico degli eserciti. Senza di loro molte operazioni non potrebbero essere condotte.

Maria Pezzillo

redazione Petpassion.tv – [email protected]