Un cane, intrepido e incurante della natura ostile, è stato avvistato più di una volta nel tentativo di attraversare l’Icefall, uno dei tratti più impervi della salita dell’Everest, la vetta più alta del mondo. La testimonianza degli alpinisti dimostra che non si tratta di una leggenda al pari dello yeti o del mostro di Lochness, eppure questa notizia continua a conservare un’aura di mistero. Non è la prima volta che un gruppo di alpinisti segnala la presenza di un cagnolino, comparso dal nulla e diretto chissà dove, tra i campi più alti della montagna.

Quel cagnolino in effetti esiste davvero e le sue capacità alpinistiche eguagliano quelle dei più esperti alpinisti del mondo. Proprio un alpinista, Yuri Pritzker, che quest’anno ha scalato l’Everest nel mese di maggio, lo ha fotografato e ha pubblicato le immagini della salita nel suo blog.
Il cagnolino è stato ripreso durante l’attraversamento della Icefall, il tratto di parete che porta al Campo 1 e che è considerato tra i più difficili e pericolosi della salita. Enormi crepacci infatti, si frappongono al complesso cammino su ghiaccio, i quali vengono generalmente superati aiutandosi con scale che vengono poste tra le due labbra dei crepacci. Gli alpinisti poi si agganciano a una corda di sicurezza che, in caso di caduta, impedisce loro di precipitare all’interno del crepaccio stesso.

Ebbene il cagnolino ha imparato a superare tali scale senza che nessuno glielo insegnasse. In un’immagine sembra un po’ timoroso, acquattato su se stesso. Forse lo intimorisce la profondità del crepaccio sottostante ma, in una seconda fotografia, sembra ormai sicuro di se stesso e senza timori si avventura ad attraversare l’ennesimo crepaccio.

Di chi sia quel cagnolino rimane un mistero; forse è arrivato al campo base con gli sherpa o più semplicemente vive alle pendici della montagna e quando quest’ultima si anima di alpinisti sale anche lui per godere dello spettacolo unico e respirare l’aria degli 8.000 metri.

E’ certo che è arrivato fino a 6.400 metri di quota dove poi ha frugato tra le tende alla ricerca di qualche avanzo, ma che fine abbia fatto poi rimane un mistero. Più in alto non è stato visto, anche se non è detto che il cagnolino debba aver seguito necessariamente la pista degli alpinisti per spingersi più su. Probabilmente si è accontentato di qualche cioccolatino e qualche pezzo di formaggio per decidere di lasciare agli uomini la soddisfazione di spingersi più in su, fino alla vetta, dove, tra l’altro, di cioccolato non ce più traccia. (G.M.)