Walter ci racconta la storia di Ares: un cane abbandonato accolto in una nuova famiglia che con pazienza e amore è riuscita a fargli capire che non tutti gli uomini fanno del male.

Un cane magrissimo in cerca di cibo

E’ accaduto tutto esattamente un anno fa. Ero con la mia famiglia in un campeggio a Vieste, in Puglia – di solito preferiamo le vacanze in camper, vista la famiglia numerosa composta da 10 elementi (io e mia moglia abbiamo una figlia, quattro cani e tre gatti).

Proprio nel campeggio in cui soggiornavamo lo abbiamo incontrato per la prima volta. Era un cane molto magro e, in cerca di qualcosa da mangiare, rovistava tra i sacchetti dell’immondizia. Quando l’ho visto mi si è stretto il cuore: mi sono avvicinato e gli ho offerto del cibo. Da quel momento “ci ha adottato” e mia moglie si è innamorata immediatamente di lui… veniva a mangiare da noi tutti i giorni e dormiva sotto il nostro camper.

Abbandonato in spiaggia e maltrattato da tutti

Così ho cominciato a chiedere informazioni su di lui, chiamando il canile, contattando varie associazioni e chiedendo ai residenti. Mi hanno riferito che “quel cane” era stato abbandonato quando aveva circa 8 mesi da una famiglia che lo aveva legato ad un palo in spiaggia. Per un anno aveva vissuto da randagio: sempre da solo, mai in branco. Gironzolava sempre nella stessa spiaggia: sicuramente sperava ancora nel ritorno di chi lo aveva abbandonato…

Mia moglie era sempre con lui (per stargli accanto ha rinunciato alle ferie) perché tutti lo cacciavano via a bastonate. Invece in giro con lei poteva stare tranquillo. Un giorno, in spiaggia, l’ho visto giocare con mia figlia e poi, stanco, si è sdraiato dietro di me.

La decisione di adottarlo

Intanto continuavo ad informarmi. Al canile mi proposero di portarlo con noi al nord (noi siamo di Trento). Ci pensai. In fondo, mia moglie e mia figlia erano pazze di Ares, e lo ero anche io… però non la ritenevo una strada percorribile perché noi di animali ne avevamo già tanti. Ma fu l’ennesimo maltrattamento ai danni di quel povero cane a farmi prendere la decisione definitiva: una sera presero il cane di peso e lo buttarono a calci fuori dal campeggio. Non ci furono più esitazioni. L’indomani prendemmo il cane e andammo a registrarlo: Ares era diventato ufficialmente un membro della nostra famiglia! Preparammo le valigie e tornammo a casa con lui.

Un cane che non credeva più nell’uomo

Quello di ritorno fu un viaggio da incubo: durante la sosta in autogrill Ares scappò: non si fidava ancora di noi! Lo recuperammo e, in qualche modo, arrivammo a casa. Da lì è cominciato un anno di fughe e inseguimenti, di pazienza e tanto amore.

Lui era ormai uno spirito libero, diffidente e sfuggente (non c’era da biasimarlo, visto quello che aveva vissuto). Ma noi siamo stati più cocciuti di lui, e siamo riusciti a raggiungere un equilibrio nella nostra convivenza. Inizialmente Ares non andava d’accordo con i nostri cani, ma lì dov’era nessuno lo voleva: ci siamo buttati, abbiamo rischiato e l’amore a vinto!

Ares, dopo 11 mesi, ha capito che di noi si può fidare, perché noi per primi gli abbiamo dato fiducia. Oggi Ares è la mia ombra: dorme in camera con me, mia moglie e gli altri cani. Si vede che è finalmente rilassato, si sente parte della nostra famiglia e noi lo amiamo.
Grazie Ares per averci dato fiducia!

Io vorrei dire a tutti che…

I cani danno tanto, senza mai chiedere nulla:
non abbandonateli!

cane-abbandonato

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