Questa è la storia di un’amicizia tra un pincher e una famiglia iniziata con diffidenze e paure, superate grazie alla dolcezza e all’amore di questo dolce lucchichìo, come hanno deciso di chiamarlo i loro amici umani. Ecco la storia di Sparkle raccontata dalla sua mamma umana e nostra amica della community Claudia.
Carta d’identità
Nome: Sparkle
Specie: cane
Razza: pincher nano
Luogo in cui vive: Taranto
Mamma umana: claudia2013
Segni particolari: in italiano il suo nome significa “luccichio”
Curiosità: ogni tanto fa i dispetti
La scelta di prendere un cane
Il mio racconto nasce spontaneamente da un luccichio, si luccichio, come il nome del mio amato cagnolino “Sparkle”. E’ avvenuto nel mese di Dicembre: mia madre per farmi felice ha discusso con mio padre sulla decisione di prendere in casa con noi un “amico” e aggirando l’ostacolo per convincerlo ha agito come una goccia cinese che a lungo andare fa un buco sulla roccia; cosi è avvenuto che dalla bocca di mio padre uscisse la frase liberatoria:”Fate allora come volete voi…”. Mia madre non se l’è fatto ripetere due volte! Il 5 Gennaio del 2012, freddo intenso, giubottoni imbottiti siamo frettolosamente scese e ci siamo dirette verso il negozio di animali presso il quale mia madre già in precedenza aveva notato due cuccioletti: un maltese bianco e un pinscher fulvo.
Quando sono entrata nel negozio l’emozione mi è salita a 3000, non mi rendevo conto del momento che stavo vivendo, mi sembrava così strano che potessi in quel momento riuscire a realizzare uno dei miei più grandi sogni della mia vita. Mentre osservavo questi cuccioli, il pinscher si è avvicinato subito a me leccandomi la mano… e lì ho subito capito che non c’erano dubbi: lui mi aveva scelta!
E così, dopo averlo accucciato nel mio giubbotto, abbiamo fatto ritorno a casa.
Il ripensamento
L’ aria casalinga cambia aspetto, inizialmente non so come comportarmi, dopotutto è un’ esperienza nuova che mi spaventa un po’ persino, tanto che mia madre “minaccia” di portarlo indietro se non fossi riuscita a sopportare i suoi pianti notturni (piccolino!) e i suoi servizietti non ancora controllati (non aveva del resto ricevuto ancora alcuna educazione!). Mia madre per la seconda volta agisce di psicologia, lo fa davvero! Scendiamo con il cuccioletto nel suo giubotto, stavolta, ci rechiamo al negozio con una miriade di sguardi intensi fra me, lei e il cuccioletto di pinscher. Mi assale una brutta sensazione! Giunte al negozio il signore mi fa.” Ma sei proprio sicura di non volerlo?”. Un millisecondo di ripensamento e scoppio in lacrime:”Si lo voglio!”; e presa anche dal rimorso lo abbraccio e me lo “sniffo” tutto… ormai è definitivamente mio.
Finalmente l’intesa
L’amore che lui mi trasmette e che mi trascina è come un abbagliante luccichio che mi ispira fino al punto da chiamarlo Sparkle.
Il mio Sparky (il suo vezzeggiativo) oggi ha quattro anni, un carattere affettuosamente vivace, gli ho insegnato alcuni comandi che lui scodinzolosamente esegue con premio un biscottino, fa cacca e pipì sulla traversina tranne quando lo lasciamo in casa e per farsi notare la fa a terra! Ma non mi interessa gli voglio un bene dell’ anima, non mi interessano i suoi mordicchi, non mi interessano i suoi dispettucci, Sparkle è Sparkle e non lo cambierei con nessun altro, e anche se a volte non comprende verbalmente il mio sentimento e io a volte non comprendo i suoi atteggiamenti, ci basta uno sguardo… e con quei suoi occhietti scuri, quel suo odore sniffoso e quel suo pancino all’aria mi comunica che è felice di stare con me, che sono la sua mamma. A proposito… mio padre, prima restio a volerlo in casa. ora fra i suoi pensieri di benessere familiare ha anche Sparkle e addirittura condivide la sua pausa pranzo con il suo nipotino (Sparkle), che a suo dire mangia solo quando vede pranzare lui… Effetto Sparkle!
Guarda tutte le foto di Sparkle:
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