Perrera spagnola

Perrera spagnola

67 al giorno: questa è la media delle segnalazioni di maltrattamenti su cani in Italia nel 2010. La denuncia arriva da AIDAA, ma per la Spagna si pensa a una condanna da parte della CE.

E’ notizia di questi giorni: in Spagna i canili sono vuoti, e questo perchè la legge autorizza la soppressione dei cani, anche cuccioli, dopo solo 10 giorni di permanenza: ogni anno in maniera del tutto legale vengono uccisi col veleno oltre 30.000 cani ospiti nei canili spagnoli. Sono i comuni spagnoli a pagare ai responsabili delle perreras un cifra fino a 80 euro per ogni cane e si tratta di una pratica diametralmente opposta rispetto alla convenzione Europea dei diritti degli animali di compagnia, che prevede il carcere fino a 2 anni per chi uccide gli animali di affezione e fino a 15 mesi per chi maltratta i cani ed i gatti: una convenzione che la Spagna fino a oggi non ha ratificato.

AIDAA ha chiesto un pronunciamento ufficiale da parte del Parlamento Europeo, con il quale si condanni la Spagna sia per la strage dei cani che per la mancata ratifica della convenzione Europea. “Il massacro dei cani spagnoli è una vergogna per l’Europa tutta,” dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di AIDAA. “Occorre fermare questo ignobile massacro, la Spagna se vuole stare in Europa accetti le regole comunitarie anche quelle che non gli piacciono. La strada da seguire non è quella del massacro ma quella della creazione di un fondo europeo per la sterilizzazione dei cani randagi presenti nei paesi dell’Unione”.

In Italia gli episodi di violenza sui cani, tuttavia, non calano: nel corso del 2010 sono state 24.445 (67 al giorno) le segnalazioni di cani pesantemente maltrattati fisicamente o addirittura massacrati. Di queste segnalazioni, circa 22.000 chiedevano aiuto per cani maltrattati fisicamente e/o denutriti. In circa 2.500 casi, invece, riguardavano cani mutilati, picchiati o feriti o sottoposti a vessazioni fisiche continue: analizzandole si scopre che 1.760 hanno riguardato cani di proprietà, mentre in altri 660 casi si trattava di cani randagi. In almeno 23 casi, i responsabili di atrocità sui cani sono minorenni  e che la maggior parte di questi casi hanno avuto come teatro delle sevizie la Sicilia.

Di nuovo, a parlarne è Lorenzo Croce: “Sono numeri che parlano da soli e che dimostrano ancora come sia dura da sradicare la cultura della violenza contro gli animali. Se a questi uniamo i cani abbandonati o tenuti alla catena corta, siamo certi che almeno il 33% dei cani italiani vive in condizioni di maltenuta. Occorre un maggior controllo, specialmente nelle regioni del sud”.

Claudia Resta

redazione Petpassion.tv – [email protected]