Il patentino per cani cattivi è una questione che ha suscitato diverse polemiche, ecco le osservazioni del Codacons e di Giorgio Panariello.

Come sappiamo, l’ordinanza del 3 marzo relativa alla «tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani» è diventata effettiva due giorni fa e i commenti e le critiche in proposito non hanno tardato a farsi sentire. La questione del patentino per i proprietari di cani, in particolar modo quelli più “impegnativi”, continua infatti a far discutere e a sollevare perplessità.

Di seguito vi riportiamo le reazioni polemiche del Codacons e le osservazioni di Giorgio Panariello: due punti di vista molto diversi, ma che fanno riflettere.

 

Patentino per cani cattivi, le osservazioni del Codacons

Come prevedibile, viste le precedenti esternazioni, il Codacons ha condannato l’iniziativa del patentino per cani cattivi definendola un provvedimento inefficace, addirittura una “una bufala colossale” che non previene ne tanto meno risolve il problema. A differenza da quanto chiesto dall’associazione consumatori, infatti, «il patentino sarà obbligatorio solo ex post, ossia dopo che il cane avrà già dimostrato al veterinario di essere aggressivo e pericoloso», cioè «dopo che avrà morsicato e ridotto in fin di vita qualcuno».

«L’ordinanza della Martini, infatti – continua – all’art. 3 comma 2 stabilisce che i servizi veterinari decideranno le misure di prevenzione e la necessità di un intervento terapeutico comportamentale ’nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali o cose, ossia solo dopo che le aggressioni si sono verificate. Anzi, non basterà essere morsicati, ma occorrerà che le lesioni provocate dal cane siano gravi. Anche per questo il Codacons ha deciso di fare causa al ministero della Salute», sostiene l’associazione che aveva annunciato l’iniziativa nei giorni scorsi.
«Il presupposto della causa è che il Ministero, e in particolare il sottosegretario Martini, è responsabile di aver cancellato con una ordinanza la lista delle 17 razze ritenute potenzialmente più pericolose, tra le quali appunto il Pitbull, eliminando così tutti i rimedi che finora aveva concretamente ridotto le aggressioni».

«Non è possibile avere regole identiche per i Cocker e i Pitbull – sostiene l’associazione – visto che questi ultimi hanno una presa incredibilmente più salda rispetto a tutte le altre razze e sono così potenti e massicci da essere più impegnativi di tutti gli altri. Così impegnativi che il Codacons chiede di vietarne la libera vendita», ripete. «Sono cani potenzialmente troppo pericolosi per poter essere venduti a chiunque ne faccia richiesta, come se si trattasse di un Cocker. Il Codacons chiede dunque l’obbligo del patentino per chi ha già questi cani “cattivi” e chiede che per il futuro non siano più allevati e venduti liberamente».

 

Le posizioni di Giorgio Panariello sul patentino per cani cattivi

Posizioni decise e molto rigide cui fa da contrappunto la riflessione di Giorgio Panariello, il comico che già in diverse occasioni si è distinto per l’impegno in favore della tutela dei diritti degli animali.

«Questa iniziativa non mi convince molto. Prima di parlare di cani cattivi e aggressivi bisognerebbe educare i padroni: quindi bisognerebbe varare una legge che obblighi gli uomini ad ottenere un certificato di idoneità», commenta Panariello a proposito del patentino. E aggiunge: «Ovviamente è un paradosso. Ma insisto sul fatto che non esistono cani cattivi ma cattivi padroni. Dipende tutto da come si educa un cane e da come lo si aiuta a smorzare l’innata aggressività scatenata a volte da un forte senso del territorio. Da proprietario di due pastori tedeschi e un meticcio dico che la prima cosa da fare e’ di frequentare dei corsi per imparare a gestire il proprio cane».

Il comico conclude quindi ribadendo: «sono certo che la cosa migliore sia che noi umani ci si doti di un certificato di idoneità che certifichi la nostra capacità di gestire un cane. Il resto sono solo chiacchiere».

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