gino d'acampoIl nome Gino D’Acampo potrebbe non dire granché al pubblico italiano, eppure questo giovane cuoco, nato nel 1975 a Torre del Greco, una volta trasferitosi con moglie e figli in Inghilterra, è diventato una vera e propria celebrità, non solo nel campo della gastronomia, ma anche e soprattutto in quello dello spettacolo.

Protagonista di serie televisive e di show a tema cucina, autore di ben due best seller, D’Acampo si è conquistato un posto nello star system e come ogni star che si rispetti è stato anche selezionato per partecipare alla versione inglese de “L’isola sei famosi”, un reality dal titolo “”I’m a celebrity… get me out of there!“.

Sopravvissuto a tre settimane nel bel mezzo di una giungla australiana, popolata solo da vip e da personaggi dello spettacolo più o meno noti, Gino D’Acampo, che questa edizione del reality l’ha anche vinta, è finito al centro di una vera e propria bufera mediatica.

L’organizzazione australiana Rspca, che si occupa di protezione degli animali contro le violenze, ha denunciato il cuoco italiano e un altro concorrente, per aver maltrattato gli animali della giungla. Come tutti sapranno le regole di questo tipo di reality sono ‘rigidissime’: i concorrenti devono dimostrare di sapersela cavare nell’inospitale territorio, provvedendo ai bisogni primari con i pochi elementi che la natura mette loro a disposizione.
Ecco allora che l’affamato D’Acampo decide di mettere in pratica la sua esperienza di chef di professione per cucinare un piatto piuttosto inusuale: il “risotto al ratto“. La produzione, dopo aver controllato che il tutto avvenisse nel rispetto delle norme igieniche, ha dato il consenso all’uccisione dell’animale, ma il fatto ha sconvolto il pubblico australiano. Poco dopo è scattata la denuncia e il prossimo 3 febbraio i due ex-concorrenti dovranno recarsi in tribunale.

La rete televisiva britannica ITV1 si è nel frattempo scusata per l’episodio e ha assicurato di cambiare il regolamento per evitare che eventi del genere si ripetano.

David Oshannessy, rappresentante della protezione animali australiana, non ha accettato le facili scuse però e ha insistito dichiarando che: “Uccidere un topo è inaccettabile. Il fatto è che è stato fatto unicamente per le telecamere”. La reazione ci sembra del tutto legittima. Quel che speriamo è che a pagarne le conseguenze non siano solo il cuoco italiano e il suo collega britannico, ma anche la produzione di questo tipo di show, che già rispetta poco gli umani, figuriamoci gli animali!

Un’immagine di Gino D’Acampo nella “giungla”!

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