gatto-sangueGatti rapiti o semplicemente acquistati da destinare alle trasfusioni di sangue, questa la nuova frontiera dello sfruttamento che interesserebbe migliaia di gatti scomparsi in tutta Italia negli ultimi mesi: a renderlo noto è l’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente), venuta fortuitamente a conoscenza di questo raccapricciante nuovo business.
Gatti sani che verrebbero rapiti o acquistati ed allevati per essere destinati a diventare donatori di sangue. I gatti una volta arrivati in età adulta sarebbero sottoposti ad accertamenti clinico veterinari per accertare il loro stato di salute e successivamente sottoposti allo svuotamento del sangue, con la conseguente morte dell’animale per dissanguamento, che servirebbe ad alimentare una vera e propria banca del sangue dei felini a cui attingerebbero in maniera del tutto inconsapevole diverse strutture veterinarie sparse sul territorio nazionale.
La scoperta avvenuta per caso dai responsabili dell’associazione animalista AIDAA che si sono ritrovati a dover fare i conti con questa nuova frontiera della sperimentazione-sfruttamento illegale dei gatti dopo alcune segnalazioni pervenute da persone che
avevano dovuto sborsare oltre 100 euro per sottoporre il loro gatto a una trasfusione di sangue presso alcune strutture veterinarie.

“E’ una vera e propria tratta dei gatti che verrebbero allevati, ma anche in alcuni casi rapiti per essere destinati a diventare dei
donatori di sangue – dichiara Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA – gatti che una volta svuotati del sangue sarebbero lasciati morire dissanguati e per questo motivo domani presenteremo un esposto alla procura della repubblica di Roma in quanto proprio dalla capitale sono arrivate le segnalazioni che ci hanno portato a fare questa orribile scoperta. Si tratta di un giro redditizio di diversi milioni di euro, oltre a ciò abbiamo scoperto un altro giro eticamente orribile- continua Croce- in questo caso alcuni veterinari per sottoporre a trasfusione i gatti che ne hanno bisogno contatterebbero direttamente i padroni di altri mici costretti loro malgrado a donare il sangue in cambio del quale il loro padrone sarebbe rimborsato con una somma che varia dalle 40 alle 50 euro, mentre il proprietario del gatto che necessita di trasfusione sarebbe costretto a versare circa 100 euro per ogni trasfusione di sangue ricevuta. Tengo a precisare – conclude Croce – che non abbiamo alcuna prova che le cliniche che usano il sangue di gatto prelevato da questa vera e propria banca del sangue siano complici dei rapimenti o delle uccisioni dei mici a cui viene estratto il sangue”.