In questo articolo l’Associazione di Promozione Sociale P.E.T. & Therapy ci racconta la storia di uno dei suoi cani, Axel, per capire cosa vuol dire diventare un cane da pet therapy, sia per il cane, sia per il conduttore. Ecco la storia di Axel, dagli esordi alla quotidianità, ricca ed emozionante, ma sicuramente impegnativa…

L’inizio della storia di Axel: futuro cane da pet therapy

Ciao a tutti! Io mi chiamo Axel, ho quattro anni e da due vivo con la mia collaboratrice Silvia.
La mia storia è un po’ particolare: ho vissuto per due anni in una famiglia che mi aveva adottato proprio pensando di fare pet therapy… Infatti il mio padrone pensava che con un cane avrebbe potuto contrastare la sua depressione. Questo invece non è successo: io ero già un cagnetto particolarmente vivace e l’euforia per il cucciolo è finita presto, tanto che sono finito a vivere in una gabbia in cortile di circa 2 metri x 2, non uscendo praticamente mai.

Nuova famiglia e nuova vita

axel-pet-therapy3Per fortuna, dopo due anni, i miei primi umani hanno deciso di cercare per me un’altra famiglia. Così, per circa quattro mesi, la mia futura umana Silvia è venuta a trovarmi perché, avendo già un cane dal carattere un po’ particolare, voleva che socializzassimo bene in un contesto neutro.
Sono giunto nella mia nuova famiglia il 23 dicembre e, dopo qualche mese, abbiamo cominciato ad andare al campo con un’educatrice (Sara) perché imparassi a fare delle cose, ma soprattutto per cercare di impostare delle regole che tenessero a bada la mia iperattività. Pian piano, dopo circa un anno, ho cominciato ad aumentare la mia capacità di concentrazione e di autocontrollo.

La formazione per la pet therapy

Essendo molto affettuoso ed amante del rapporto con gli essere umani, Silvia (che è una psicologa) ha deciso di provare ad inserirmi in alcuni dei suoi progetti: ho cominciato così a frequentare un posto che si chiama “centro diurno” dove c’erano dei ragazzi che quando mi vedevano erano così felici, che volevano sempre darmi dei bocconcini!
Ho imparato a giocare in maniera più tranquilla, cercando oggetti nascosti, riportando palline e facendomi spazzolare e coccolare.
Successivamente sono anche andato a “lavorare” in una scuola con tanti bambini e mi divertivo e stancavo talmente tanto che, dopo un’ora, non volevo altro che una pozzanghera dentro cui buttarmi per stare al fresco. Per fortuna in cortile ce n’era una e i bambini avevano capito che quello era il mio segnale di “resa”!
E non è finita qui: ho anche imparato a saltare ostacoli e a fare dei piccoli percorsi, che poi ho utilizzato nelle sedute con un altro piccolo paziente!
La mia umana Silvia per il suo lavoro sta ore in una stanza a parlare con la gente, a volte mi porta con sé in studio. Per alcuni suoi pazienti vedermi lì è di aiuto per rilassarsi o per parlare di sé… e io sono felice perché così posso stare con lei!

Le difficoltà prima del successo

axel-pet-therapyCerto è stata dura arrivare fino a qui: la mia euforia era tale che la mia padrona è stata sul punto di gettare la spugna parecchie volte, pensando che forse per me lavorare fosse un’attività troppo stressante e che non ero pronto a reggere. Invece sto migliorando di giorno in giorno e abbiamo lavorato in tanti progetti, anche se per farlo sto ancora andando a scuola: infatti tutte le settimane andiamo al campo da Sara ed io sto imparando che posso stare tranquillo, che ormai non perderò la mia famiglia e che le cose belle che mi succedono fanno parte della mia quotidianità.
Oro riesco a dormire (prima anche di notte passeggiavo di continuo), posso smettere di seguire la mia padrona ovunque in casa e, ad esempio, aspettare tranquillo in soggiorno che finisca di fare la doccia… e la mia sorellina a quattro zampe ha imparato ad accettarmi e a tenere a bada la mia frenesia.
Il percorso per diventare un cane da pet therapy è stato lungo ed impegnativo… e dovrò ancora percorrere tanta strada! Io ne ho tratto dei benefici sulla mia capacità di stare nel mondo e ora sono felice, però ha comportato tanta costanza, non solo da parte mia, ma anche di Silvia…

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Differenza tra “adottare un cane” e “fare pet therapy”

Forse la mia esperienza può servirvi per capire che c’è un’enorme differenza tra il decidere di adottare un cane ed essere fruitori di un percorso di pet therapy.
Sicuramente è dimostrato, anche da ricerche scientifiche, che vivere con un animale domestico migliora la qualità della vita, ma non è detto che chiunque sia nelle condizioni di prendersi la responsabilità che questo rapporto comporta. In un progetto di pet therapy noi cani passiamo un’ora con gli utenti, facendo delle attività studiate e coordinate dal conduttore che ha in testa gli obiettivi da raggiungere con quel paziente. Ma nella vita di tutti i giorni abbiamo un umano che ci dedica molto tempo, sia per la nostra formazione, sia per garantirci una vita ricca di stimoli: è sbagliato pensare di poter prendere un cane che faccia pet therapy h24 con la nonna depressa, ad esempio!

Cosa significa essere un cane da pet therapy?

Chiunque, per diventare operatore e cane da pet therapy, deve mettere in conto che l’impegno è tanto: noi andiamo ad aiutare gente che sta male e per farlo bisogna essere professionali e preparati. Fare Attività Assistite dagli Animali non vuol dire andare con il proprio padrone semplicemente a passare del tempo con delle persone, ma strutturare l’intervento ponendosi degli obiettivi ed individuando delle modalità per ottenerli. Lo stesso vale per noi cani: più acquisiamo con il nostro conduttore un buon feeling, più saremo in grado di prendere l’iniziativa in seduta… è un po’ come se ci leggessimo nel pensiero, con il risultato che può capitare che il cane preceda ciò che gli sarebbe stato chiesto di fare.
Poi con l’esperienza e la pratica il lavoro diventa più fluido, ma nulla deve essere lasciato al caso e ricordate sempre che “per  il massimo dell’improvvisazione ci va il massimo della preparazione!”.
Quindi se volete seguire le mie orme, cari amici, mettete in conto di dover studiare e lavorare tanto! Posso assicuravi però che il gioco vale la pallina! Ops, volevo dire candela!

zampa-impronta-caneAlla prossima!
Un caro saluto ed uno slurp…

Axel

 

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