E circa 250.000 gatti rischiano di essere soppressi o di morire di stenti nel corso dei prossimi mesi invernali. L’allarme viene lanciato dall’Aidaa Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, in relazione alle segnalazioni ricevute in questi ultimi mesi dallo sportello online di tutela dei mici dell’associazione [email protected], e dal Tribunale degli Animali di Aidaa.

Diversi i fattori di rischio che variano di zona in zona; in forte aumento le segnalazioni relative agli avvelenamenti (bocconi avvelenati) di gatti appartenenti a colonie libere, mentre vi sono almeno 6.000 colonie feline residenti nei parchi o nei cortili condominiali, la cui vita viene ostacolata dai condomini stessi e dagli amministratori di condominio, che molto spesso proibiscono alle gattare perfino di dar loro da mangiare. Vi sono poi colonie che scompaiono nel giro di qualche notte e altre, specialmente in zone di caccia, che vengono sterminate in maniera scientifica (anche dietro compenso) dai cacciatori. Segnalazioni in questo senso vengono da diverse zone rurali della Lombardia, del Veneto e della Emilia Romagna.
Ultimo ma non minore rischio di sterminio ed estinzione delle colonie feline è rappresentato dalla riduzione delle aree a loro riservate a causa dell’apertura di cantieri edilizi.

“La questione è davvero grave, sono centinaia le gattare che ogni giorno si rivolgono alle associazioni animaliste ed anche ad Aidaa sia per chiedere aiuti economici per cibo e sterilizzazione dei gatti – racconta Lorenzo Croce presidente nazionale di Aidaa – ma nel corso di questi ultimi 10 mesi abbiamo ricevuto migliaia di segnalazioni di colonie che per diversi fattori sono estinte, scomparse o che rischiano di sparire nei prossimi mesi; per questo lanciamo l’allarme ed invitiamo tutti coloro che sono a conoscenza di colonie feline a rischio estinzione di comunicarcelo via mail o telefonica e chiediamo a tutti gli amministratori di condominio di rispettare il diritto di territorio delle colonie feline ospitate nei condomini da loro amministrati, in caso contrario non andremo per il sottile nel denunciare i casi di maltrattamento”.