Un amico della community ci racconta una triste storia d’amore che dimostra come i cani siano capaci di dedicare tutta la propria vita ad un altro essere vivente, che sia un altro animale o un umano. Protagonisti della storia sono Giò, incrocio di pastore della Brie, e Nina, una dolce meticcia

Il primo incontro con Giò e Nina
12 anni e mezzo fa mia madre tornò a casa con un cucciolo meraviglioso di appena 2 mesi: probabilmente un incrocio tra un pastore della Brie e una maremmana, talmente bello da sembrare un cartone animato bianco e nero! Lo chiamai Giove, detto “Giò”. Un paio di mesi dopo, fuori dal cancello di casa, trovammo una valigia rossa con un buco dal quale usciva la testolina di una cagnetta di circa 5 mesi, molto simile ad un levriero. Era stata sicuramente maltrattata. Adottammo anche lei. La chiamai Nina.

La storia di Giò e Nina
Nina diventò praticamente l’ombra di Giò, gli stava sempre accanto… e per 12 anni lo sono stati.
A fine luglio Giove ha cominciato a rifiutare il cibo e a stare male. Le analisi hanno confermato un grave problema renale: aveva pochi giorni di vita. Ho avuto la sensazione che Nina sapesse che Giò stava male e che presto ci avrebbe lasciati.
Dopo la morte di Giò, anche Nina ha cominciato a dimagrire fino a diventare pelle e ossa…
Analisi, ecografie: era tutto a posto, non avevano trovato niente. Semplicemente Nina aveva deciso che non poteva più vivere senza Giò… e, poco dopo, mi ha lasciato anche lei.

Giò e Nina insieme sul ponte dell’arcobaleno
L’unico pensiero positivo è che, dopo 37 giorni, Giò e Nina sono di nuovo insieme, in paradiso… e spero un giorno di poterli riabbracciare, perché non esiste un paradiso per gli uomini ed uno per gli animali: il paradiso è uno, per tutti.

(Racconto di franzquan)

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