Storia di un pitbull adottato in canile

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Quella che stiamo per raccontare è una di quelle storie che ci piacerebbe leggere ogni giorno, perchè parla di un cane pitbull salvato prima dai bravissimi volontari di un canile e poi adottato da una nostra amica della community, che gli ha finalmente dato l’amore di una famiglia. Lasciamo a lei la parola, per farci raccontare tutta la storia.

Come tutto è iniziato
Un sabato di inizio Marzo 2015 ho accompagnato la mia amica Pamela al canile di Calvenzano (BG) dove in passato aveva fatto la volontaria e adottato la sua cagnolina Marylin. Quel giorno ci trovavamo lì per conoscere e portare a casa il bellissimo e giovane Birky, un meticcio a cui era stata da poco amputata una zampa.Era la mia prima volta dentro ad un canile e non sapevo come avrei reagito nel vedere tutti quei cani in gabbia. Temevo che mi sarei innamorata di qualcuno senza poterlo portare a casa con me. Abitavo ancora con i miei genitori e avevamo un gatto, Saetta, con un bel caratterino. Una volta entrata però rimasi sorpresa dalla pulizia e dalle ottime condizioni in cui vivevano i cani ospiti, e mentre Pamela e Marylin faceva conoscenza con Birky, una volontaria mi fece fare il giro del canile. Dopo avermi mostrato alcuni degli ospiti, mi presentò Zaira, una giovane pitbull di pochi mesi un po’ malconcia. Mi raccontò che era stata trovata un mese prima denutrita e completamente pelata. Aveva la rogna demodectica che, sebbene non contagiosa nè per i cani nè per le persone, gli era probabilmente stata trasmessa alla nascita dalla madre malata e poi mai curata, ipotesi dovuta al fatto che per avere solo pochi mesi era davvero messa male. Proprio per via della sua malattia era evidentemente stata scartata da qualcuno che sfruttava la madre per le cucciolate. In un solo mese al canile era già migliorata molto grazie alle cure ricevute dai volontari, ma i suoi occhi tristi e così dolci mi colpirono tantissimo.

La scelta di adottare Zaira
Passai il weekend in tenda al lago col mio ragazzo, gli parlai di Zaira e gli mostrai le foto che avevo fatto al canile e anche lui se ne innamorò. Non riuscivo a smettere di pensare a quel musino ma al momento stavamo ancora cercando casa per andare a convivere e nessuno dei due poteva tenerla a casa dei genitori. Inoltre ero anche un po’ spaventata per la reputazione che la sua razza aveva, i pitbull sono conosciuti per essere cani pericolosi. Circa 8 anni fa sono anche stata morsa alla mano dal pitbull del mio vicino di casa e ho una piccola cicatrice a ricordarmelo. Per non parlare poi del fatto che i pitbull non mi erano nemmeno mai piaciuti. Amavo gli husky, i labrador, i beagle, ma decisamente non i pitbull. Forse solo perché non li conoscevo. Così ho iniziato ad informarmi sulla loro origine e sulle loro magnifiche qualità. Non potevano essere cani pericolosi come crede la gente, altrimenti nessuno si azzarderebbe ad utilizzarli come cani di salvataggio o per la pet therapy con anziani e bambini. Io, amante degli animali, cresciuta con cani, gatti, canarini, tartarughe e pesci rossi, vegetariana da 7 anni, da sempre desideravo avere un altro cane dopo la morte della nostra cagnolina Minnie nel 2002. Una casa senza un animale per me è una casa vuota. Così decisi di credere davvero in quello che avevo sempre “predicato”, cioè che non esistono cani o razze pericolose di natura, che tutto dipende da come vengono cresciuti, che la colpa di certi brutti episodi è sempre degli umani che ci stanno dietro.

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E’ arrivato il grande giorno…
Il lunedì chiamai subito il canile per avvisarli che avevo intenzione di adottare Zaira (che avevamo già deciso avremmo chiamato Mia) e spiegai loro il mio problema riguardo la casa ancora non pronta. Mi dissero che per Zaira era ancora presto e che infatti non l’avevano mostrata a nessuna potenziale famiglia. L’avrebbero tenuta ancora un mese per continuare le cure e nel frattempo io avrei potuto sistemarmi. Ogni sabato mattina andavo in canile a trovarla per passare un po’ di tempo con lei e iniziare a conoscerci. Ogni settimana la trovavo sempre meglio. Alla fine, il 25 Aprile la portai finalmente via con me. Era diventata la “mascotte” del canile e mi fece un gran piacere vedere volontari venire a salutarci, commossi nel dirle addio ma felici per lei.

La vita in casa con Mia
Ora sono passati 6 mesi e Mia sta benissimo. È cresciuta molto e anche il pelo sta crescendo bene. É incredibile la sua trasformazione in così poco tempo. Sembra un altro cane, e non solo per il pelo, ma è lo sguardo a parlare per lei. È guarita ma purtroppo non lo sarà mai del tutto. La rogna demodectica è una malattia che una volta presa si può curarne i sintomi e metterla a “tacere”, ma resterà sempre in agguato pronta a ritornare al primo sintomo di stress o altra malattia. Infatti ha già avuto una piccola ricaduta in concomitanza con una gravidanza isterica dopo il primo calore. Ma Mia ha un carattere stupendo e, grazie anche alle qualità della sua razza, non curante del dolore e del prurito, pensa solo a giocare e a farsi coccolare. Ha un’energia incredibile. Adora le passeggiate e andare all’area cani. Gioca con tutti, grandi e piccoli, maschi e femmine, e anche con le persone riesce a farsi amare da tutti. È impossibile resistere al suo entusiasmo, e poi è così buffa quando corre, si inciampa, cade e rotola, poi riparte come se nulla fosse. Fa fare a tutti delle grandi risate.

Qualche dispetto a parte (ha un’ossessione per scarpe, ciabatte e salviette) è impossibile arrabbiarsi con lei a lungo. Sa sempre come farsi perdonare.
Ogni tanto andiamo in canile a trovare i volontari ed è bellissimo vederla fare le feste a quelli che per primi l’hanno curata e coccolata. Si vede chiaramente che si ricorda di loro e che ne è riconoscente.

I tre obiettivi di Miriana

  1. Il primo è spingere le persone ad adottare i cani dai canili piuttosto che comprarli. Ci sono migliaia di cani stupendi, meticci o di razza, per tutti i gusti e le esigenze, in cerca di affetto che sapranno ricompensare con amore incondizionato per il resto della loro vita. Alla gioia che sapranno donare si aggiunge la consapevolezza di aver salvato una vita innocente da un triste destino.
  2. Il secondo obiettivo è far ricredere le persone sui pregiudizi verso questa razza stupenda che ho imparato a conoscere e che ora amo alla follia. Sono erroneamente etichettati come cani pericolosi solo perché certi brutti episodi che li riguardano (anche se rari) fanno molta più notizia di un morso di un cane di piccola taglia, cosa che in realtà capita molto più frequentemente ma a cui nessuno, giustamente, fa caso. Qualsiasi cane di qualsiasi razza, cresciuto con affetto e attenzione, non potrà mai essere pericoloso per le persone se queste lo rispettano.
  3. Il terzo obiettivo, quello a cui tengo di più, è cercare di aiutare il canile da cui Mia proviene. Per questo motivo vi chiedo se gentilmente potete condividere questo link. Si tratta di un piccolo gesto per ringraziare i volontari del canile per tutto quello che hanno fatto per Mia e per tutti gli altri cani, e per quello che continuano a fare ogni giorno. E soprattutto è un modo per aiutare tutti quei cani ancora in canile in attesa di una famiglia. Non potendoli adottare tutti, anche con una piccola donazione possiamo fare molto per aiutarli. Vorremmo fare loro una sorpresa e saremo molto grati a tutti coloro che volessero sostenere questa iniziativa.

Guarda tutte le foto di Miriana e Mia:

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