San Bernardo, il Gigante delle Alpi

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Il Cane di San Bernardo (St. Bernhardshund) è tra i cani più grandi del mondo, e di certo è il più grande di tutti i molossoidi.

La sua culla d’origine di trova al confine tra Italia e Svizzera, ad un’altitudine di 2472 metri.
Sono diverse le ipotesi sulla sua origine: deriverebbe probabilmente dai grandi molossi pesanti della lontana stirpe assiro-babilonese (presso le civiltà sumero-accadiche erano già presenti molossi simili a questo cane), ma assomigli anche ai grandi mastini che le legioni romane lasciavano con le truppe destinate a presidiare i punti strategici sulle grandi vie di comunicazione.
Ma la sua vera storia comincia di con l’ospizio di San Bernardo, un rifugio fondato dal nobile Bernardo da Mentone nel 1049 con il generoso intento di dare riparo ai viandanti e ai dispersi.

Le origini del San Bernardo

Probabilmente i primi cani di questo tipo vennero donati ai canonici dell’Ospizio verso il 1660 dalle famiglie nobili del Vallese, per la guardia e la protezione dell’Ospizio stesso dai non infrequenti malintenzionati (le cronache riportano numerosi episodi di brigantaggio), ma anche per numerosi altri impieghi: dal trasporto di piccoli carichi (latte, formaggi), alla fornitura di forza motrice (un dispositivo a mulino, azionato dai cani, muoveva l’enorme spiedo della cucina dell’ospizio).

Ma l’impiego che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici (marronier) nel tracciare le piste nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe e ritrovare i viaggiatori dispersi a causa del maltempo.

Fra di loro, il più famoso fu Barry I (1800-1814), resosi protagonista del salvataggio di almeno 40 persone. Alla sua morte, il suo corpo venne imbalsamato e conservato presso il Museo di Storia Naturale di Berna, e da allora il miglior maschio di ogni cucciolata dell’allevamento dell’ospizio prende il nome di Barry. Inoltre,la razza, fino ad allora conosciuta come Mastino delle Alpi, si iniziò a diffondere come Chien Barry.

Il perché del nome

La denominazione Cane di San Bernardo venne usata per la prima volta nel 1862, in occasione di una esposizione cinofila presso Birmingham, e si iniziò ad usare universalmente verso il 1880. La stesura del primo standard di razza risale al 1887.

Già a partire dalla metà del XIX secolo, ci si era resi conto dei danni causati dalla eccessiva consanguineità tra i riproduttori presenti presso l’allevamento dell’Ospizio, e si decise dunque di ricorrere all’incrocio con il cane di Terranova, ritenuto il più adatto per similitudini fisiche ed attitudinali. Frutto di tale incrocio fu la comparsa del pelo lungo, caratteristico della più diffusa oggigiorno delle due varietà della razza, ma ritenuto meno adatto del pelo corto al lavoro nella neve. La varietà di pelo più idonea al soccorso resta dunque quella originaria, a pelo corto.

Nei primi anni del XX secolo la razza si era diffusa in tutta Europa, ma la popolarità,come spesso accade, portò anche ad alcune deviazioni rispetto alla tipologia originale. Vennero introdotti incroci con Mastiff inglesi ed altre razze, unitamente ad una selezione volta ad accentuare in modo caricaturale le caratteristiche di mole, pelo, lassità della pelle, ecc, rivolte a fattori esclusivamente “estetici”, a discapito spesso della funzionalità. La II guerra mondiale arrecò gravi danni a questa, come a molte altre razze. Il recupero del Cane di San Bernardo, in una chiave di bellezza funzionale e zootecnica, deve molto all’opera del cinologo italiano dott. Antonio Morsiani che, con il suo Allevamento del Soccorso (fondato nel 1939), contribuì in modo determinante alla salvezza ed alla rinascita morfologica e funzionale del San Bernardo nel dopoguerra in Italia ed in Europa.

Carattere del San Bernardo

Questa razza è simbolo di forza, resistenza e attaccamento all’uomo: la sua generosità è ormai proverbiale, tutti sanno che questo cane sacrificherebbe la propria vita per salvare una vita umana. Il suo temperamento è eccezionale, pure se resta un cane abbastanza indipendente. Molto attaccato al suo compagno umano e a coloro che considera amici, il San Bernardo sa essere un impavido cane da guardia e da difesa: il suo coraggio è incredibile, non si tira mai indietro davanti ad una situazione pericolosa, se vede che c’è qualcuno che ha bisogno di lui.

Molti libri e molti film lo ritraggono con la simbolica borraccia di grappa legata al collo, per dimostrare la sua abilità e la sua generosità nel soccorrere le persone in difficoltà. Ma grazie al suo buon carattere negli ultimi anni viene impiegato sempre con maggior frequenza come cane da “pet therapy”. Unica nota negativa: eccezioni a parte, non è un cane dalla vita particolarmente lunga, che si aggira intorno ai 10 anni. (B.P.)