Cani randagi in Boulevard Unirii a Bucarest

Cani randagi in Boulevard Unirii a Bucarest

Il parlamento di Bucarest in questi giorni al voto sulla legge che legalizza l’uccisione dei 2 milioni di cani che vagano per le strade e i campi delle città e dei villaggi rumeni.

Chi è stato in Romania lo sa: il problema dei randagi è davvero grande, e anche nelle zone più centrali di Bucarest può essere un problema fare due passi al parco in tranquillità, senza essere aggrediti da uno dei branchi di cani che vagano liberi. Il governo rumeno, noto per avere spesso soluzioni “definitive”, già nel 2008 ha cercato di varare una legge che dava licenza di uccidere alle amministrazioni locali. Bloccata quasi all’unanimità dal parlamento, è stata riproposta di recente dal presidente Basescu, col parziale appoggio dell’opposizione.

Un primo voto sulla questione era atteso nei giorni scorsi, ma una grande mobilitazione cui hanno partecipato migliaia di attivisti romeni affiancati da altri arrivati da tutta Europa ha indotto il Parlamento a prendere tempo, chiedendo alla commissione che si occupa della materia di modificare il testo. Al fianco dei manifestanti si sono schierate anche l’attrice Monica Davidescu e la giornalista Cristina Topescu, che hanno fatto pressione su vari gruppi parlamentari chiedendo la sospensione del voto.

La legge è sponsorizzata tra gli altri dal ministro dello sviluppo e del turismo Elena Udrea, che da tempo chiede di applicare una legislazione simile a quella americana, che prevede l’iniezione letale dopo un tempo di attesa di 14 giorni per accertare che nessuno si presenti a reclamare l’animale. Il testo verrà dunque riesaminato in commissione, ma nel giro di un paio di settimane la proposta sarà nuovamente votata dal Parlamento.

Oltre a consentire ai sindaci di eliminare i randagi, la legge presenta altri aspetti che il mondo dell’associazionismo e della società civile considera anticostituzionali. Tra questi, il divieto per le onlus di entrare nei canili pubblici per verificarne la gestione e le pesanti limitazioni all’adozione dei cani presenti nelle strutture. “Lo slogan del Ministro Udrea, Enter The Carpatian Garden,” ha affermato  Sara Turetta, presidentessa italiana di Save the Dogs, “diventerà presto un invito paradossale per i turisti a passeggiare tra migliaia di cadaveri di cani randagi”.

Claudia Resta

redazione Petpassion.TV – [email protected]