Le Sagre di paese, si sa, conservano il fascino delle tradizioni, ed è ancora più vero quando si tratta di feste dal sapore religioso in cui l’allegria della ricorrenza si mescola alla gioia dell’incontro e della comunione tra i fedeli.

La festa di Santa Rosalia, che si è celebrata domenica 30 agosto nella piazza della Chiesa dedicata alla Santa è stata però funestata da una cruenta scena di sangue. Il tradizionale gioco della “pignatta” è stato organizzato inserendo all’interno del sacco da abbattere con il bastone un coniglio vivo. Ed ecco che adulti e bambini hanno avuto il discutibile piacere di scagliare bastonate sull’animale.

Fortunatamente il sacco si è aperto sotto i colpi ricevuti ed il coniglio ferito, terrorizzato ed insanguinato è caduto a terra dove sarebbe stato ulteriormente ferito dalla folla se una ragazza non l’avesse raccolto e portato da un veterinario che ha provveduto a salvarlo.

Il fatto è stato riportato dall’associazione di tutela degli animali AmiCOniglio alla sezione Ambiente del CODICI che ha provveduto a sporgere denuncia contro il parroco della chiesa di Santa Rosalia, nonché Sindaco di Palestrina per il reato di maltrattamento (Legge 189/04 ) che prevede laddove ci siano spettacoli dove si seviziano animali, la reclusione fino a quattro mesi e multa fino a 15.000 euro.

“Questa estate è stata funestata da mattanze di animali ad opera di religiosi”dichiara Valentina Coppola, resp. Ambiente del CODICI, “ricordiamo il caso del sacerdote della parrocchia di San Bartolomeo di Sori (Ge) che, lo scorso Luglio ha collaborato all’uccisione di due cuccioli di cinghiale con spranghe e bastoni. In questi casi il reato è ancor più significativo proprio perché commesso da uomini di chiesa che dovrebbero rappresentare esempio di pietà e carità cristiana, chiediamo che anche la giustizia ecclesiastica prenda provvedimenti perché un tale comportamento mortifica anche la chiesa ed allontana i fedeli. I Sindaci, dal canto loro, sappiano che durante sagre, feste di paese e mercati, hanno il dovere di vigilare affinchè tali reati non avvengano”.

(Co.Di.Ci.)