Tutti conosciamo le virtù canore degli uccelli, ma alcuni di loro mostrano delle capacità così sorprendenti da destare l’attenzione di un pubblico tutt’altro che indulgente: quello degli scienziati. Incuriositi e attratti dai gorgheggi e dai richiami degli uccelli canori, i ricercatori hanno voluto indagarne le possibili ragioni e sono giunti a un’inedita conclusione: il segreto della particolare abilità “melodica” di certi esemplari è legato al clima. Più questo è incerto ed imprevedibile, più gli uccelli sviluppano, per sopravvivere, una capacità particolare di variare e modulare il loro canto.
Inverni duri, climi particolarmente asciutti o con variazioni imprevedibili, possono ostacolare la sopravvivenza e la riproduzione degli uccelli. Il cibo può scarseggiare da un momento all’altro e l’ambiente può rivelarsi d’improvviso particolarmente ostile. Studiando una specie particolare, il Mockingbird (mimo poliglotto), ricercatori americani hanno osservato che sono proprio gli esemplari che vivono in ambienti estremi a cantare nel modo più variato ed elaborato. «Un collegamento sorprendente», secondo il dottor Carlos Botero del National Environmental Synthesis Center, uno degli autori dello studio pubblicato su Current Biology, «che indica che il clima rivela molto del luogo in cui gli animali vivono ma anche della loro personalità e qualità».
Il canto è uno strumento necessario alla perpetuazione della specie; gli uccelli lo utilizzano per attirare le femmine e per avere la meglio sugli eventuali rivali. Al tempo stesso è un codice che rivela moltissime informazioni su chi lo emette. I risultati che gli uccelli raggiungono in abilità canora, infatti, sono indicativi delle loro capacità mentali.
In ambienti dal clima particolarmente variabile, comunicare con note melodiose e sofisticate non è solo un vezzo per gli uccelli, piuttosto un’abilità discriminante, quella, per esempio, che induce la femmina ad individuare il proprio compagno. Chi canta meglio, rivelando intelligenza e inventiva e dunque maggiori capacità di adattamento a un ambiente difficile, risulta senz’altro più appetibile.
Gli studiosi hanno analizzato il canto del mockingbird in ambienti molto diversi, dal deserto alla giungla. Le registrazioni di fischi, gorgheggi, trilli e pigolii sono state studiate e convertite via computer in sonogrammi, che permettono ai ricercatori di “visualizzare” il suono. Dati successivamente confrontati con database di informazioni climatiche, con precipitazioni atmosferiche e temperature relative alle diverse località. L’analisi dei dati ha lasciato pochi dubbi: gli uccelli che vivevano nelle zone più difficili e variabili climaticamente, sono risultati nettamente più abili nel canto.
La cosa non riguarda solo gli uccelli, ma qualcosa di simile accade anche all’uomo. Si ipotizza da tempo, ricorda Botero, che alcune manifestazioni umane, come il linguaggio, la musica, l’arte e la letteratura, si siano evolute come segnali di intelligenza nel processo di selezione sessuale. «E i nostri dati», sottolinea lo studioso, «indicano che un processo simile si verifica negli uccelli canori». Dunque per gli scienziati questo studio è un’opportunità in più per comprendere quali forze agiscono nel favorire l’evoluzione di tratti così importanti anche per l’uomo. (G.M.)