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82 CANILI NEL SUD ITALIA SONO IN MANO ALLA MALAVITA ORGANIZZATA

Roma (23 luglio 2010)  I canili rientrano nelle nuove forme di business
della malavita organizzata prevalentemente nelle regioni del sud Italia,
secondo una ricerca di AIDAA durata tre anni conclusasi in questi giorni
con l’invio di una denuncia a diverse procure della repubblica di città
del sud Italia e delle Isole, sono 82 i canili rifugio privati gestiti
direttamente o attraverso fiduciari dalla malavita organizzata.
I canili si trovano in tutte le regioni del centro sud Italia con una
particolare concentrazione nelle regioni Lazio, Campania, Puglia,
Calabria e Sicilia, ma non mancano casi di canili gestiti dalla malavita
anche in regioni del centro nord Italia.
I canili in questione sono spesso già noti per essere considerati canili
lager dove i cani sono tenuti in condizioni pessime sotto il profilo
igienico sanitario ovviamente con una popolazione canina residente in
forte sovrannumero, dove non è possibile a pubblico ed associazioni
animaliste entrare per controllare lo stato di benessere degli animali
ne per far adottare i cani che rappresentano per i gestori una fonte di
reddito non indifferente.
Dai dati che AIDAA nei prossimi giorni invierà alle procure risulta che
negli ottantadue canili lager sono presenti complessivamente 35.000 cani
rispetto ad una capienza massima consentita di poco inferiore ai 20.000
animali.
La malavita oltre a gestire il flusso di denaro pubblico per il
mantenimento dei cani in canile (molti dei quali morti ma ancora fatti
risultare vivi sui registri) che si aggira complessivamente sui 22
milioni di euro in entrata rispetto a meno di un terzo spesi per il
reale mantenimento dei cani, gestisce anche altre attività illegali
assolutamente redditizie quali la vendita dei cani a paesi esteri
destinati alla vivisezione o in caso di cuccioli ad essere venduti in
Germania (per ogni cucciolo si guadagnano fino a 200 euro) o in altri
paesi del Nord Europa.
Tra le altre attività criminose legate ai canili gestiti dalla malavita
vi sono i combattimenti clandestini dei cani con giri di affari per
decine di milioni di euro l’anno.
“Abbiamo raccolto con pazienza informazioni per tre anni – ci dice
Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA – ed ora possiamo dire che il
fenomeno dei canili lager presente prevalentemente nelle regioni del sud
Italia è collegato in buona misura ad una gestione diretta o indiretta
delle strutture da parte della malavita organizzata che usa i canili
come vero e proprio centro di business clandestino, infatti – conclude
Croce – oltre ad introitare soldi puliti dai comuni per il mantenimento
dei cani, business che permette guadagni a sette cifre, il vero giro di
affari loschi sta nella vendita dei cani  verso i paesi del nord Europa
e nei cani ospitati nei canili usati spesso anche nei combattimenti
clandestini, fenomeni questi ultimi che fanno lievitare i guadagni della
malavita organizzata a cifre superiori ai 100 milioni di euro l’anno”.
Per info 3926552051- 3478883546