randagismoSono 2.000 i comuni in Italia ( di cui 1.600 nelle regioni del centro sud Italia) che non hanno canili e nemmeno servizi di accalappiamento dei cani randagi e che quindi sono inadempienti rispetto alle normative contenute nella legge 281/91 per la lotta al randagismo.

Circa 1.000.0000 sono i cani randagi che vivono allo stato brado e di questi oltre la metà è concentrata in sei regioni italiane (Lazio, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna e Calabria), 160.000 i cani contenuti nei canili italiani e 130.000 i cani a rischio abbandono.

Questi sono oggi i numeri che fotografano la situazione del randagismo in Italia ai quali và contrapposta la diminuzione degli abbandoni che su scala nazionale si è ridotta di circa il 52% negli ultimi tre anni, questo anche grazie all’introduzione del microchip obbligatorio e all’istituzione dell’anagrafe canina nazionale e regionale. Leggendo questi numeri possiamo sicuramente sostenere che la vera novità negativa è data dal numero dei comuni inadempienti specialmente al Sud Italia dove al randagismo dilagante si accompagnano molto spesso canili lager gestiti molto spesso dalla malavita locale comune e mafiosa. Il presidente di AIDAA Lorenzo Croce ha deciso di denunciare penalmente tutti i sindaci dei comuni che rifiuteranno interventi di recupero di cani vaganti non indicando al contempo il numero di telefono del canile di zona o del responsabile del servizio di raccolta dei cani randagi.

“Denunciare i sindaci è il primo passo in questa lotta al randagismo che ogni anno si ripropone nei mesi estivi- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA – il problema è molto ampio, ci sono i canili lager in mano alla malavita, ci sono i trasferimenti tutt’altro che chiari dei cani raccolti verso i canili del nord Italia e l’esportazione dei cani verso la Germania, e soprattutto ci sono connivenze chiare specialmente in alcune zone del sud tra diversi livelli istituzionali compresi i veterinari pubblici che non ottemperano all’obbligo di sterilizzazione dei randagi ed anche in questi casi AIDAA procederà alla denuncia penale dei responsabili di tali omissioni. Riteniamo che la lotta al randagismo passi sicuramente dalla diminuzione del numero degli abbandoni e di questo siamo i primi ad esultare. Ma ci sono altre questioni- conclude Croce- sulle quali non si parla se non in casi particolarmente gravi quali le aggressioni dei gruppi di cani a turisti o bambini, le responsabilità ci sono e si conoscono i responsabili delle omissioni, mi domando cosa si aspetta ad intervenire se non altro per prevenire possibili aggressioni che poi scatenano massacri assurdi ed indiscriminati di cani randagi colpevoli, loro si , di essere solo randagi”.