Miky è un gatto che è stato adottato quando era già adulto: ecco tutto quello che Katiuscia ha fatto per lui negli anni

Katiuscia ha deciso di adottare Miky nel luglio 2010: ha scelto di prendere un gatto adulto che era stato abbandonato in un canile, rinchiuso in una gabbia per la sua sicurezza.

Da un paio di anni Miky ha anche una compagna di vita che si chiama Leila e la loro mamma umana li ama davvero tanto: ecco la loro storia.

 

Nome: Miky

Specie: gatto

Razza: Siberian Husky

Mamma umana: Kittkaty

 

Miky, il gatto cacciatore

Miky è un gran cacciatore pigro, di giorno dopo un po’ di pappa passa dal divano al tappeto di mio figlio, fino al lettone e ogni tanto mangia qualche crocchetta. In casa si affila le unghie, si pulisce il pelo e verso sera, dopo aver mangiato, gioca a rincorrersi e rotolarsi con Leila. Più tardi esce (verso mezzanotte), a volte sta fuori 1 ora e a volte anche di più.

Caccia topi, uccellini e rivendica il suo territorio. Abbiamo cambiato casa diverse volte e abbiamo passato tante avventure. Ve ne racconto 2. Come vi ho detto, lui è un vero cacciatore: nella casa in cui stavo prima, potevo uscire e rientrare quando voleva. Quindi in pratica lui stava fuori tutto il giorno e rientrava solo per mangiare e poco altro. Una volta ha rovesciato la voliera che un vicino aveva messo nello spiazzo sotto casa, era entrato e aveva afferrato l’ospite, un grande uccello bianco, e lo aveva portato a mia nonna. Purtroppo, il poveretto non è sopravvissuto.

Le avventure di Miky

È un combattente, un gatto che cerca di conquistare e difendere il suo territorio. È geloso di me e non vuole che io porti la pappa ad altri randagi. Ogni tanto si cacciava nei guai, per questo sono felice che esca meno… anche se non voglio che passi tutto quello che rimane della sua vita rinchiuso in casa. Una sera, quando stavo a casa vecchia, non era rientrato per mangiare ed ero andata in ansia. Mi preoccupava sempre che potessero prenderlo o che potesse morire.

Lasciai la pappa fuori e la mattina dopo era ancora lì (tranne i croccantini ma quelli glieli rubava un riccio). Lo cercai sotto le macchine, nei garage, per le strade ma nulla. Mi spinsi per i campi e campagne e infine, misi un annuncio su Facebook. Vivevo col mio fidanzato da pochissimo e lui mi consolò per parecchi giorni. Lo avevo costretto anche a fare una cuccia per l’esterno finita proprio poco prima della sua scomparsa.

Dopo circa un mese mi ero rassegnata. Un pomeriggio, tornando a casa insieme al mio fidanzato (ora marito) parcheggiammo e uscimmo per prendere le buste della spesa. Da lontano sentii un campanellino e lo riconobbi subito. Degna di una delle migliori scene da film, senza neanche farci caso mi cadde borsa, buste, tutto e lo vidi trotterellare verso casa. Gli corsi incontro commossa e presi in braccio quel mucchietto di ossa e me lo riportai a casa. Ricordo che mangiò una doppia razione di pappa e poi dormì con noi. È stata davvero una grande emozione.

Ora che è nato mio figlio (da 1 anno) è diventato molto paziente e anche se ogni tanto gli tira il pelo quando lo trova nel suo lettino o lo accarezza con troppa enfasi… lo sopporta. Per la prima volta nella sua vita!

 

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