La cistite è una patologia molto frequente nei gatti, che va riconosciuta per tempo e risolta, prima che provochi complicanze più gravi come il blocco vescicale. Tuttavia, la cistite riconosce diverse cause nel gatto e, spesso, per la sua risoluzione è richiesto agire su più livelli: terapia medica, integratori alimentari, alimentazione e anche modifiche comportamentali. Per preservare la salute del gatto, è opportuno porre molta attenzione ad alcuni segnali inconfutabili che l’animale ci manda e che devono subito mettere in allarme il proprietario. Vediamo dunque come fare a riconoscere la cistite nel gatto.

 

Cistite nel gatto: cos’è e cause

La cistite è un’infiammazione della vescica, che colpisce molti nostri amici a quattro zampe; si tratta di una malattia insidiosa, sia perché le cause che la generano possono essere molte e diverse tra loro, sia perché non sempre è facile riconoscerne i sintomi.

Quando si parla di FLUTD (acronimo inglese) si intende la Feline Lower Urological Tract Desease, cioè un insieme di patologie che colpiscono il basso tratto urinario dei gatti. All’interno della FLUTD annoveriamo anche la cistite, la quale può riconoscere diverse cause, fra cui la cistite idiopatica felina, la cistite batterica o la cistite provocata dalla formazione di calcoli. Con l’acronimo FUS, invece, si indica la Sindrome Urologica Felina o Sindrome Urinaria Felina, sempre relativa alle basse vie urinarie (quindi vescica e uretra). È bene precisare che tali definizioni sono in continuo mutamento.

È importante sottolineare come la cistite sia un problema delle basse vie urinarie e non delle alte vie urinarie (rene e ureteri): molti proprietari tendono a confondere i termini e si riferiscono alla cistite del gatto come a una “malattia dei reni”. Ma non sono la stessa cosa.

 

La cistite nel gatto è un’infiammazione della mucosa della vescica, che può essere dovuta a vari fattori, tra cui:

  • Calcoli
  • Infezioni
  • Tumori
  • Farmaci
  • Parassiti
  • Funghi
  • Malformazione congenite
  • Traumi
  • Forma idiopatica

Parlando di cistite idiopatica, si tratta di una forma di cistite in cui non si riesce a riconoscere una causa specifica. Spesso, tuttavia, forme di cistite idiopatica si manifestano in gatti sottoposti a stress (trasloco, la presenza di altri gatti o animali conviventi, spazi abitativi limitati e sovraffollati, mancato arricchimento ambientale, noia…). Come è facile immaginare, la presenza di così tante cause diverse rende molto difficile l’individuazione di una cura valida per tutte, per tanto è importante capire che tipologia di cistite ha il proprio gatto, al fine di intervenire nella maniera più idonea.

 

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Cistite nel gatto: sintomi

La prima cosa da fare per capire se il gatto ha la cistite è conoscerne i sintomi, che per fortuna sono sempre gli stessi, a prescindere dalle cause che hanno indotto la malattia. I sintomi della cistite nel gatto sono:

  • pollachiuria: il gatto va ad urinare frequentemente, ma fa poche gocce per volta;
  • disuria: difficoltà nell’urinazione;
  • stranguria: dolore durante la minzione (talvolta associato a vocalizzazioni di fastidio);
  • ematuria: presenza di sangue nelle urine;
  • eliminazioni inappropriate: il gatto urina in posti diversi dalla lettiera;
  • leccamento continuo dei genitali: la zona perianale appare arrossata con anche perdita di pelo e alopecia;
  • nervosismo.

 

Questi però sono i sintomi associati alla sola cistite. Se il gatto non riesce ad urinare perché l’uretra è bloccata da calcoli, cristalli, coaguli di sangue, accumuli di fibrina o per forme di spasmi uretrali (solitamente accade nel gatto maschio in quanto l’uretra peniena è più lunga), ecco che possono comparire sintomi più gravi da blocco vescicale:

  • abbattimento: il gatto non si muove e sta accovacciato o tende a nascondersi;
  • anoressia;
  • si sforza continuamente di urinare, ma non produce neanche una goccia di urina;
  • miagolii e lamenti;
  • addome duro e teso.

 

Se il blocco vescicale persiste, ecco che possono poi comparire sintomi da insufficienza renale acuta:

  • abbattimento;
  • ottundimento del sensorio;
  • stato comatoso;
  • anoressia;
  • vomito;
  • disidratazione;
  • bradicardia;
  • ipotermia;
  • acidosi;
  • iperkaliemie.

 

Gatto che beve

 

Se abbiamo il dubbio che il gatto sia affetto da cistite, è opportuno contattare il proprio veterinario per capirne la natura e trovare la cura più adatta. Tuttavia, a seguire vediamo come curare la cistite nel gatto in modo naturale, attraverso la messa in pratica di alcune accortezze, che possono alleviare il dolore e migliorare la condizione di salute del gatto.

 

Cistite nel gatto: cura

La cura della cistite nel gatto dipende strettamente dalla causa. Se noti uno o più dei sintomi sopra descritti nel tuo gatto, contatta subito il tuo veterinario per concordare una visita. È importante, infatti, intervenire tempestivamente prima che il gatto sviluppi blocco vescicale e insufficienza renale, in quanto quest’ultima potrebbe non essere reversibile anche una volta risolto il blocco vescicale e la cistite.

È probabile che il tuo veterinario ti consigli un esame delle urine con urocoltura (se sospetta una forma batterica), un’ecografia addominale e/o una radiografia ed esami del sangue per valutare non solo le cause della cistite, ma anche lo stato di salute generale del gatto.

 

Cistite gatto: alimentazione

Accanto alla terapia medica, è importante curare anche l’alimentazione del gatto. La prima cosa da fare se il gatto ha la cistite è indurlo a bere molta acqua fresca: sappiamo che i gatti non amano molto bere, per cui bisogna invogliarli, magari attraverso l’uso delle apposite fontanelle per gatti, grazie alla quale l’acqua sarà sempre diversa e fresca.

Starà poi al tuo veterinario consigliarti l’alimentazione per il gatto con cistite più idonea anche in base all’esito degli esami fatti, con particolare riferimento al pH delle urine e alla presenza di cristalli e/o calcoli.

 

Infine, eliminare le fonti di stress è un modo per alleviare il problema della cistite idiopatica: si potrebbe ad esempio acquistare una lettiera nuova, che il gatto non condivida con altri simili, oppure mettere in casa una pianta di erba gatta, che ha effetti rilassanti e stimolanti. Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario sentire il parere di un esperto comportamentista, che possa individuare le corrette soluzioni per le esigenze specifiche del proprio gatto.

 

 

Approfondimento: Purina Friskies