Quali sono le principali cause dell’alitosi nel gatto? E quali le soluzioni per aiutare a prevenire e combattere la formazione dell’alito cattivo nel gatto? Sono tante le cause che portano il gatto a sviluppare un alito con odore sgradevole, andiamo a vedere quelle più frequenti e cosa fare.

 

Cause di alito cattivo nel gatto

L’alitosi nel gatto è un problema molto comune soprattutto negli esemplari adulti. La Società Americana di Veterinaria ha dimostrato come, a partire dai 3 anni, circa il 70% dei felini soffre di qualche problema legato all’igiene o alla salute orale.

Il fatto è che i gatti non si lavano i denti: la placca si accumula sui denti, in 24 ore si trasforma in tartaro, si ha iper proliferazione batterica ed ecco che l’alito del gatto comincia a emanare un cattivo odore. Bisogna anche dire che sono pochi i gatti che si fanno spazzolare e pulire quotidianamente i denti.

Spesso i proprietari si lamentano dell’alito cattivo a causa del disagio che questo provoca nell’avvicinarsi al loro muso o quando li leccano, ma in realtà bisogna pensare che l’alitosi è collegata a diverse malattie che possono causare problemi e dolore al gatto. Sfatiamo subito il mito secondo il quale l’alitosi del gatto dipenda da problemi digestivi. Normalmente l’esofago è chiuso, tranne quando arriva il bolo alimentare, per cui è difficile che odori particolari riescano ad uscire dallo stomaco, risalire lungo l’esofago ed essere esalati dalla bocca.

Diverso il caso in cui ci sia un ristagno di cibo nell’esofago: i fenomeni putrefattivi che ne derivano, possono causare un alito sgradevole al gatto. Però è decisamente più raro.

Queste sono le cause di alito cattivo nel gatto più frequenti con localizzazione nella bocca:

  • gengivite
  • stomatite
  • faucite
  • FORL
  • piorrea
  • granuloma eosinofilico
  • placca
  • tartaro
  • parodontite
  • ulcere nel cavo orale
  • corpi estranei
  • tumori del cavo orale.

 

Ci sono poi anche malattie sistemiche che possono provocare odori strani che provengono dalla bocca del gatto:

  • ascaridosi: odore di aglio
  • uremia da insufficienza renale: odore di pesce andato a male
  • diabete: odore fruttato
  • chetoacidosi diabetica: odore di chetoni nell’alito.

Ci sono diverse malattie di comune riscontro nel gatto: ecco quali sono. >>

 

Gatto con alito che puzza: a quali sintomi si accompagna?

Se un gatto ha l’alito che puzza, non è detto che questo sia l’unico segno clinico. Spesso oltre all’alitosi, si accompagnano anche altri sintomi:

  • scialorrea, con saliva a volte densa e male odorante
  • dolore quando il gatto cerca di mangiare e prende in bocca il cibo
  • vocalizzazione da dolore
  • perdita di sangue in caso di ulcere
  • anoressia
  • fame esagerata (perché vuole mangiare, ma ha dolore e non ci riesce)
  • nervosismo
  • si gratta la bocca
  • ulcere.

 

alitosi gatto

 

Alitosi gatto: cosa fare?

Per capire come intervenire in caso di alitosi del gatto è necessario prima di tutto capire quale sia l’origine del problema. Se alla base del disturbo si riscontrano stomatiti, gengiviti o parodontiti, oltre a eventualmente procedere con le normali terapie antibiotiche e antinfiammatorie, che hanno lo scopo di curare l’infezione e ridurre l’infiammazione e il dolore, si potrebbe anche cambiare l’alimentazione del gatto somministrando cibi studiati appositamente per i problemi del cavo orale. Starà al tuo veterinario consigliarti come procedere.

Se invece la causa dell’alito cattivo del gatto è il tartaro, è importante intervenire per effettuare una pulizia dei denti del gatto con appositi prodotti. Non bisognerà quindi utilizzare un dentifricio normale, come quello che si usa normalmente per lavarsi i denti (il nostro dentifricio è tossico in quanto contiene xilitolo che provoca grave ipoglicemia e insufficienza epatica acuta), bensì un dentifricio specifico per i felini, che è possibile trovare anche in formato spray. Il consiglio è di provare a lavare i denti del gatto almeno due volte alla settimana, per far sì che si eviti la formazione di spiacevoli patologie che possono influenzare l’odore della bocca del micio. Se però il tartaro è eccessivo, sarà necessario rivolgersi al veterinario e probabilmente intervenire con una detartrasi.

L’alimentazione del gatto è un aspetto molto importante da curare nei casi di alito cattivo. I croccantini secchi sono l’elemento principale per combattere l’alitosi del gatto: se il micio sminuzza e mordicchia il croccantino, infatti, riuscirà più facilmente a eliminare e prevenire la formazione del tartaro. Per evitare l’accumulo di batteri nel cavo orale, è poi importante che il felino beva almeno 300-500 millilitri di acqua al giorno. Se si vuole premiare il proprio amico a quattro zampe è preferibile scegliere cibi specifici per la cura dentale, formulati appositamente per contrastare l’insorgenza dell’alito cattivo nel gatto.

L’erba gatta è poi un altro rimedio molto efficace per combattere l’alitosi del gatto: i mici amano infatti strofinarsi e mordere questa pianta, e l’odore alla menta di quest’ultima può aiutare a mantenere una corretta igiene orale del felino.

 

 

Approfondimento: PurinaShop